Tab Article
È un flusso di coscienza quello di Vivian Mayer, geniale fotografa americana dalla fama postuma, che ci tuffa nella vita pienamente vissuta di una governante di maturo talento artistico affetta da disposofobia. Abile sintetizzatrice di dettagli di vita quotidiana sullo sfondo politico kennediano, nel pieno del culto del successo statunitense, sentì moltissimo il dramma della segregazione razziale e dello sterminio degli Indiani d'America. Intimista e ribelle, non divulgò mai le proprie foto, né mai si sposò. Le migliaia di foto e rullini, passati in depositi di volta in volta troppo piccoli, finirono in ultimo all'asta, sancendone il meritato successo quando ormai la Mayer era deceduta. In un monologo interiore di alto spessore letterario, Piera Biondi Giannini riesce con grande maestria a psicologizzare tutti gli indizi documentari raccolti sulla vera passione di un'artista enigmatica stravagante sconosciuta, dando un altro importante contributo alla letteratura di genere.